Il Getty Conservation Institute (GCI) ha concluso il progetto sulla Tomba di Tutankhamen, ponendo l’attenzione sulle criticità di uno scavo archeologico aperto al pubblico, realizzando un piano sostenibile per la gestione della tomba, grazie alla collaborazione con il Ministero delle Antichità d’Egitto.
La storia
La tomba fu scoperta nel 1922 dall’archeologo Howard Carter, sotto il patronato di Lord Carnarvon, e fu svuotata degli oggetti che custodiva al suo interno, diventando meta per i visitatori di tutto il mondo. Si possono ancora vedere elementi originali quali la mummia di Tutankhamon stesso (esposta in una custodia priva di ossigeno), il sarcofago in quarzite con accanto il suo coperchio di granito sul pavimento, la bara esterna in legno rivestita d’oro, e le pitture murali della camera funeraria che descrivono la vita e la morte del faraone.
Lo stato conservativo
L’umidità e l’anidride carbonica generate dai visitatori avevano causato la crescita microbiologica danneggiando i dipinti murali, il timore delle autorità egiziane era che potessero aumentare le macchie marroni già presenti. Ma il pubblico aveva anche apportato dei danni fisici alle pareti della tomba, come graffi e abrasioni, oltre a creare un velo grigio sulle superfici a causa della polvere trasportata dalle scarpe e dagli abiti.
Il Getty Conservation Institute in Egitto
Il GCI aveva già una notevole esperienza di lavoro in Egitto presso la Tomba della Regina Nefertari e sul piano per la conservazione e la gestione complessiva della Valle delle Regine.
“Questo progetto ha notevolmente ampliato la nostra comprensione di uno dei luoghi più storici dell’antichità”, afferma Tim Whalen, John E. and Louise Bryson Director of the Getty Conservation Institute. “Rappresenta anche la partnership collaborativa che GCI intraprende con i colleghi per creare un modello di pratica che può essere condiviso con i professionisti e in altri siti, in tutto il mondo. Siamo grati ai nostri colleghi egiziani per questa straordinaria opportunità”.
Le collaborazioni
La collaborazione pluriennale tra GCI e le autorità egiziane, incentrata sulla conservazione e gestione della tomba e dei suoi dipinti murali, ha portato a intervenire un team di esperti. Il team comprende un egittologo per condurre ricerche di base; ingegneri ambientali per investigare le condizioni microclimatiche della tomba; microbiologi per studiare le macchie marroni; specialisti di documentazione, architetti e progettisti per aggiornare l’infrastruttura della tomba; scienziati per studiare i materiali originali dei dipinti murali; e conservatori per effettuare la registrazione e il trattamento delle condizioni.
Immagine in evidenza: The north wall of the burial chamber depicts three separate scenes, ordered from right to left. In the first, Ay, Tutankhamen’s successor, performs the “opening of the mouth” ceremony on Tutankhamen, who is depicted as Osiris, lord of the underworld. In the middle scene, Tutankhamen, dressed in the costume of the living king, is welcomed into the realm of the gods by the goddess Nut. On the left, Tutankhamen, followed by his ka (spirit twin), is embraced by Osiris. Credit: Carleton Immersive Media Studio; Carleton University © J. Paul Getty Trust