Nudità, erotismo, paesaggi e nature morte, questi sono i soggetti delle fotografie di Robert Mapplethorpe esposte alla Galleria Corsini fino a fine giugno. Temi che trovano un riscontro con le opere del XVI e XVII secolo presenti in collezione. Un’esposizione realizzata in occasione del trentesimo anniversario della morte del fotografo newyorkese, e organizzata in collaborazione con la Robert Mapplethorpe Foundation.
La selezione degli scatti
La mostra Robert Mapplethorpe. L’obiettivo sensibile è curata da Flaminia Gennari Santori, direttore delle Gallerie Nazionali Barberini Corsini. Una magistrale selezione di fotografie che non solo riprende i temi raffigurati, ma anche le posizioni e caratteristiche dei ritratti presenti nella collezione, come se il fotografo avesse realizzato quegli scatti proprio per un tale confronto diretto. Cristallina rappresentazione dello studio, e della ricerca stilistica e storica che Mapplethorpe ha svolto nel suo percorso artistico.
Essendo l’equilibrio formale, il controllo della composizione, elementi così centrali e ossessivi per il suo lavoro, mi sembrava un’artista interessante da esporre in una quadreria settecentesca che è basata su quei principi
Flaminia Gennari Santori
Il percorso espositivo
L’innevato paesaggio di Winter landscape, è la prima fotografia di Mapplethorpe che si incontra nel percorso espositivo, esposta sotto Paesaggio con Rinaldo e Armida di Gaspard Dughet. L’uomo ritratto nello scatto siede ai piedi di un albero, la sua posizione all’interno dell’inquadratura è sull’estrema destra, proprio come se la scelta del fotografo fosse stata dettata da un’esigenza artistica, pittorica. Un paesaggio da Into the wild che mostra una profondità intrisa di riflessione.
La prima galleria
Dopo aver lasciato l’anticamera si arriva alla prima galleria dove il corpo scolpito di Ajitto, fotografato nel 1981, viene accostato ai piccoli bronzi sistemati sulle consolle settecentesche. Ma è l’autoritratto, in quanto uno degli ultimi scatti prima della sua morte, a sollevare il tema del memento mori. Dallo sfondo nero emerge dell’artista solo il volto e la mano che afferra con forza un bastone con un teschio in cima.
La camera del camino
Superata la Galleria del Cardinale si viene catturati dallo sguardo penetrante, ma allo stesso tempo limpido, del fotografo Marcus Leatherdale, qui ritratto come un cacciatore descritto in un poema latino. Conosciutisi in quanto entrambi estimatori di Patti Smith, Mapplethorpe e Leatherdale ebbero una relazione e si fotografarono reciprocamente. Le fotografie di Samia e Catherine Olim, presenti nella stessa stanza, sono posizionate vicino a Salomè con la testa del Battista di Guido Reni, e la Testa di vecchio di Pieter Paul Rubens.
L’Alcova di Cristina di Svezia
Nell’Alcova di Cristina di Svezia è possibile ammirare Bernine con un’acconciatura dai chiari riferimenti ai maestri del Cinquecento, e Lisa Lyon, culturista presente in diversi scatti dell’autore che per lui impersonificava gli ideali di libertà.collocata tra i tre ovali di Guido Reni.
La Sala Verde
Dopo aver superato il Gabinetto Verde si giunge nella Sala Verde dove le nature morte fotografate da Mapplethorpe sembrano dipinte da una tavolozza provvista di sole sfumature di grigio. Il gioco di luce e ombra plasma la frutta e i fiori di Apple and Urn, Flower Arrangement e Flowers, dialogando con le nature morte di Christian Berentz.
La nudità
Nella penultima sala sono presenti fotografie di architettura e di nudità con lo studio del corpo umano partendo dalla scultura classica. Le immagini che, con tanto di segnalazione, potrebbero “urtare la sensibilità” in quanto rappresentazioni esplicite di tratti sessuali, sono posizionate nell’ultima sala.
Immagine in evidenza: Robert Mapplethorpe. L’Obiettivo Sensibile – Palazzo Corsini, Roma. Foto Alberto Novelli