Il MoMA dedica a Costantin Brancusi una mostra che oltre alla scultura esplora le sue sperimentazioni
È stata prorogata fino a giugno la mostra dedicata allo scultore Costantin Brancusi al Museum of Modern Art. 11 sculture, disegni, fotografie, film e materiali d’archivio delineano in Constantin Brancusi Sculpture l’abilità nelle tecniche scultoree di materiali diversi, come il bronzo, il legno e la pietra, e lo studio che si celava dietro la produzione dell’artista. La mostra è curata da Paulina Pobocha, Associate Curator, e da Mia Matthias, Curatorial Fellow, Dipartimento di Pittura e Scultura del museo newyorkese, grazie al sostegno di Monique M. Schoen Warshaw.
Parigi e la nascita di un’artista
Dopo
aver imparato le tecniche di intaglio nel suo paese natale, la
Romania, Brancusi si trasferisce a Parigi nel 1904, dove studia
all’École Nationale des Beaux-Arts per poi assistere Rodin per un
breve tempo. Fonda il suo studio e si dedica alla scultura scolpendo
marmo, travertino e arenaria, applicando le tecniche apprese in
gioventù. Era solito ritrarre persone e animali, ma le sue sculture
quasi si distaccano dal realismo giungendo alla soglia dell’astratto.
Lo studio sui piedistalli
Brancusi
realizzava diversi oggetti funzionali, come sgabelli, caminetti,
panchine, e piedistalli per le sue sculture, con cui riempiva il suo
studio. Un ruolo importante avevano le basi per le sue sculture
realizzate in legno, pietra calcarea e marmo, in quanto non solo
fungevano da sostegno, ma diventavano parti fondamentali dell’opera
d’arte.
Gli altri media
Oltre
alla scultura, Brancusi si è dedicato a vari media, come il disegno,
la fotografia e il film. L’artista ha scattato molte fotografie
delle sue sculture, spesso riprendendole nel suo studio. Ma è con i
film realizzati con il suo amico Man Ray, che sperimenta una nuova
forma di espressione. Decide così di catturare il suo processo
creativo: dalle fonti di ispirazione alla lavorazione del materiale.
La musica
Conoscendo
la collezione di dischi di vario genere che l’artista possedeva, le
curatrici hanno realizzato una playlist per l’esposizione. Un
elemento decisamente originale che allo stesso tempo apre il
dibattito sul tema, affrontato solo da pochi musei, dell’uso della
musica per accompagnare la percezione visiva di un’opera.
Nella pagina del MoMA dedicata alla mostra è possibile vedere un video realizzato dall’artista ed esplorare l’allestimento tramite le foto.