Chi ha deciso di frequentare la facoltà di Architettura può capire tutte le sfumature della genialità del collettivo Architetti Anonimi. Innumerevoli notti in bianco, giornate passate aspettando la propria revisione nella quale poi puntualmente il professore modifica tutto il progetto. Perché seguire Architettura all’università non vuol dire solo fare gli esami di un piano di studi accademico, vuol dire affidarsi al pensiero creativo dei docenti, che da buoni essere umani, cambiano idea molto spesso; aspettare ore perché vengano stampate le tavole a ogni revisione; non dormire per giorni pur di consegnare; fare dei plastici che sfidano la forza di creatività, utilizzando i materiali più svariati, diventando falegnami, fabbri e maestri di pistola a caldo.
Per non parlare della serie di programmi che bisogna saper usare per scienza infusa, perché nessuno te li insegna ma li apprendi sul campo, per cui ai “semplici” programmi di scrittura, fogli di calcolo e presentazione, si aggiungono quelli di disegno, grafica, impaginazione, modellazione 3D, calcolo strutturale, ed ecc.
Gli Architetti Anonimi
Tutto questo è racchiuso nei lavori di Architetti Anonimi. Sono album come #Amoreaitempidiarchitettura, #ArchiLettura, #ArchiCinema, #ArchiProverbi, e #ArchiMusica che, riprendendo titoli di opere letterarie e film, proverbi, e canzoni, ironizzano sulle gioie e dolori di essere un Architetto. Ed ecco che Uno, nessuno e centomila di Luigi Pirandello diventa Uno, nessuno e 1:100000, che Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen si trasforma in Orgoglio e precompresso, e così molti altri. Perché questo collettivo è in grado di farti sorridere facendoti ricordare tutto quello che è stato il tuo mondo per anni, o che lo è ancora oggi, visto che come dicono loro…Sposatevi qualcuno che sappia usare Autocad, perché l’amore finisce, le consegno no.
Come nasce il collettivo Architetti Anonimi e da chi è composto?
Il nostro collettivo nasce per gioco. Siamo un gruppo variegato di amici, provenienti da diverse regioni d’Italia e accomunati dall’amore per l’architettura. Ci contraddistingue un approccio originale verso la materia e già durante il periodo universitario era abitudine ironizzarci sopra. Con il passare del tempo abbiamo sentito il bisogno di condividere questo spirito con un pubblico sempre più ampio e così è nata l’idea del collettivo: a febbraio 2017 il primo post su Facebook e da lì un crescendo continuo.
La vostra pagina presenta diversi album, come nascono? cosa volete raccontare con le immagini?
Ci limitiamo a osservare il mondo che ci circonda con gli occhi (malati) di un architetto. L’architettura, infatti, provoca assuefazione e capita a chiunque a fine giornata di sentirsi quasi ossessionati dal proprio lavoro. La nostra community, sulla falsa riga di quella degli Alcolisti Anonimi, vuole essere il posto adatto per tutte quelle persone che si sentono affette da una sorta di “dipendenza da architettura”; un luogo virtuale in cui sentirsi meno soli, condividere le proprie turbe ed esorcizzarle. Altro aspetto cruciale del nostro lavoro è la fruizione del tema architettonico a un pubblico trasversale: l’approccio ironico e dissacrante, i contenuti variegati, semplici ma al tempo stesso ricercati, e la loro diffusione tramite il potente mezzo dei social permettono di avvicinare anche i profani alla materia.
C’è un album a cui siete più legati e che vi rappresenta maggiormente?
Ogni album è un tassello importante del nostro percorso e ognuno di noi ha le proprie preferenze. Siamo grati ad alcune rubriche recenti, come #ArchiLettura e #ArchiCinema, particolarmente apprezzate alla loro uscita e che ci hanno permesso di ampliare notevolmente il nostro pubblico. Ma non possiamo dimenticare alcune rubriche più datate, per esempio #ArchiCommenti, che è stata la nostra prima forma di espressione sui social.
Che cosa è per Architetti Anonimi la creatività?
Per noi la creatività è una dote che va coltivata in libertà, senza vincoli o forzature. Spesso essa, nella vita frenetica di noi architetti, rischia di essere castrata dall’ansia e dallo stress, dalla necessità di produrre in tempi brevi, di rispettare scadenze e consegne. Dare libero sfogo alla creatività diventa per noi un momento di liberazione, un espediente per astrarsi da certe dinamiche e guardare tutto da un altro punto di vista, magari anche senza prendersi troppo sul serio. Quando produciamo contenuti per la nostra pagina, cerchiamo di unire alla creatività l’ironia per fornire una nuova chiave di lettura del mondo dell’architettura. Spesso, quindi, in questo processo creativo-goliardico abbandoniamo le regole del linguaggio architettonico e ci divertiamo a giocare con le nozioni e le figure del nostro mondo lavorativo, facendole dialogare tramite nessi logici ad altre realtà come la musica, il cinema, la letteratura, l’attualità e quant’altro.
Come si articola il vostro processo creativo?
In modo del tutto casuale e spontaneo, confrontandoci sul nostro gruppo WhatsApp o davanti a un bicchiere di birra. Ognuno di noi ha interessi vari che spaziano dalla musica allo sport, dalla cucina al teatro, dalla politica all’arte, a cui si aggiungono temi di attualità e le nostre esperienze quotidiane, lavorative e non. Questo mix di suggestioni, rielaborate in chiave architettonica, sono fonte di ispirazione per i nostri contenuti. Il nostro progetto non ha mai seguito un andamento lineare programmato: intenzioni e suggestioni si evolvono gradualmente, col tempo, e soprattutto grazie al riscontro dei nostri fan. Le loro interazioni sono parte integrante del nostro processo creativo, sono spinte che ci direzionano sempre verso nuove proposte. Fondamentale, infine, è l’assenza di scadenze da rispettare. Non c’è alcuna forzatura, ognuno crea contenuti solo quando si sente veramente ispirato e il risultato sono post genuini in cui il nostro pubblico si rispecchia: crediamo sia questa la chiave vincente!
Programmi e obiettivi per il futuro?
Abbiamo molte idee per il futuro: diverse nuove rubriche bollono in pentola, in linea con il lavoro svolto fin ora e apprezzato da chi ci segue. Ma abbiamo anche delle novità, non vogliamo rimanere ingabbiati: ci piacerebbe esplorare nuovi campi e forme di espressione.
Per poter approfondire l’ironia e la creatività del collettivo Architetti Anonimi seguiteli su Facebook e Instagram.
Immagine in evidenza: Buco Nero. Courtesy Architetti Anonimi