Il Bauhaus venne fondato a Weimar nel 1919 con l’obiettivo di fondere artigianato e arte. Alcuni dei più grandi architetti e artisti del ‘900 presero parte all’attività della scuola, dove il programma di studio era centrato sulla teoria e sull’esperienza pratica. Il Getty Research Institute, in occasione del centenario dell’apertura della scuola, dedica una mostra all’istituzione storica, esaminandone i principi fondanti.
Grazie alla vastità delle nostre collezioni speciali, siamo in grado di offrire un lato mai visto prima del Bauhaus insieme a immagini più familiari.
Mary Miller, direttore del Getty Research Institute
La mostra
In Bauhaus Beginnings vengono esposti oltre 250 oggetti, provenienti principalmente dalle collezioni del Getty Research Institute, tra cui incisioni su legno, disegni, collage, fotografie, campioni di tessuti, libri di artisti, quaderni di studenti, materiale didattico e appunti dei docenti, lettere della fondazione e dei primi anni della scuola. Gli artisti presenti nella mostra comprendono insegnanti della scuola come Lyonel Feininger (americano, 1871-1956), Walter Gropius (tedesco, 1883-1969), Johannes Itten (svizzero, 1888-1967), Vasilij Kandinsky (russo, 1866-1944 ), Paul Klee (svizzero, 1879-1940), Gerhard Marcks (tedesco, 1889-1981), László Moholy-Nagy (ungherese, 1895-1946) e Oskar Schlemmer (tedesco, 1888-1943). Sono inclusi anche i lavori degli studenti come Erich Comeriner (tedesco, 1907-1978), Friedl Dicker (austriaco, 1898-1944), Ludwig Hirschfeld-Mack (tedesco, 1893-1965), Erich Mrozek (tedesco, 1910-1993) e Margarete Willers (tedesco, 1883-1977). A raccontare ad A.D.A. creativity il concept della mostra e il significato del Bauhaus nella storia è la curatrice, Maristella Casciato, Head of Architectural Collections al Getty Research Institute.
Cosa ha rappresentato il Bauhaus?
Conosciuto per il suo programma pedagogico sperimentale e per il suo ruolo nel plasmare i programmi modernisti in architettura e design, il Bauhaus e la sua eredità occupano un terreno messo in discussione.
Nei suoi quattordici anni, la scuola ha sfidato molti paradigmi consolidati: la produzione artigianale era centrale nella ricerca di oggetti fabbricati e riproducibili; l’architettura è stata riconcepita nei suoi scopi sociali e per le sue basi tecno-scientifiche; e l’arte permeava il curriculum educativo, rimanendo impigliato in quasi tutti gli aspetti della vita spirituale e materiale dei maestri e degli studenti della scuola. Eppure, il Bauhaus non rappresentava una rottura radicale con il passato: si basava su storie secolari di teoria dei colori, studio dei fondamenti e educazione attraverso la riforma del corpo.
Da queste potenzialità nascono opposizioni e collaborazioni, euforia e delusione. La scuola era un’incubatrice più che un risultato definitivo.
Come è stata intesa l’eredità del Bauhaus un secolo dopo la sua fondazione?
Mettendo da parte la celebrazione elogiativa, in che modo gli architetti contemporanei guardano indietro al Bauhaus – come un mito, come un modello, come un monito, o come un semplice episodio tra i molti che comprendono il modernismo del XX secolo? Bauhaus Beginnings dà voce a un progetto di ricerca, ma cerca di identificare le sfide e le possibilità del passato che potrebbero essere riconosciute come presenti nelle pratiche correnti.
Immagine in evidenza: Paul Häberer (German, 1902 – 1978), Postcard for the Bauhaus Exhibition of 1923, Lithograph, Getty Research Institute, Los Angeles (850513) © Ute Menke